L’ernia del disco è una patologia degenerativa che colpisce i dischi intervertebrali.
Il disco intervertebrale rappresenta il principale mezzo di unione tra i corpi vertebrali: è formato da due parti, una più interna chiamata nucleo polposo, di consistenza gelatinosa, in grado di imbibirsi di acqua, e una più esterna chiamata anello fibroso,fatto da fasci di collagene a decorso obliquo, molto robusto.
Con l’invecchiamento il nucleo viene gradualmente sostituito da tessuto fibrocartilagineo e in alcune razze di cani, in particolare quelle condrodistrofiche, la matrice del nucleo può andare incontro a degenerazione, disidratazione e mineralizzazione, facilitando in questo modo la rottura acuta del disco.
Clinicamente si riconoscono due tipi di ernia del disco
Hansen di tipo 1
estrusione vera e propria del nucleo polposo, l’anello fibroso si rompe superficialmente e la parte interna, il nucleo polposo, viene espulso verso l’alto andando a comprimere il midollo spinale. Questo tipo di danno discale è tipico di cani di piccola taglia come Bassotto, Barbone nano, Chihuahua, Cocker spaniel, Shih-tzu, Beagle, Pechinese, con un picco di incidenza tra i 3 e i 6 anni. Questa patologia può essere evidenziata dal punto di vista radiografico poiché il disco con l’andar del tempo si mineralizza e diventa radiologicamente evidente.
Hansen di tipo 2
protusione del disco, aumenta la componente fibrosa e il disco si deforma senza rompersi completamente
In sintesi, entrambe le componenti del disco possono andare incontro a degenerazione, quando si verifica la fuoriuscita (estrusione) del nucleo polposo si parla di ernia discale hansen 1 , mentre quando si verifica la protrusione o l’estrusione dell’ anello fibroso si parla di ernia discale hansen 2.
Dal punto di vista anatomico è importante sapere che il midollo spinale cervicale ha molto spazio perché la porzione cervicale è la parte più mobile della colonna vertebrale mentre in quello toracico, che è una zona molto rigida, il midollo spinale occupa quasi completamente il canale vertebrale. A livello lombare c’è una situazione intermedia.
Per questo motivo una minima estrusione può dare gravi segni se avviene a livello toracico, può dare invece nessun segno se avviene a livello cervicale, in quanto a questo livello c’è molto più spazio e una lieve estrusione può non schiacciare il midollo spinale, mentre a livello toracico anche una piccola quantità di materiale estruso dà segni clinici evidenti.
Nel tratto cervicale della colonna il materiale discale prolassato resta comunque ricoperto da tessuto connettivo e lo stesso succede se il prolasso interessa il tratto lombare lungo la linea mediana, per la presenza del così detto legamento longitudinale dorsale.
All’altezza delle vertebre toraciche (circa fino a T10) il disco è rafforzato dorsalmente dal legamento intercapitale , questo spiega perché siano meno frequenti casi di ernia in questi segmenti.
SINTOMATOLOGIA
La patologia insorge prevalentemente in maniera acuta a volte in concomitanza con particolari sollecitazioni fisiche, tuttavia in alcuni casi l’ insorgenza è subacuta o cronica.
La sintomatologia può variare a seconda della quantità di materiale discale estruso/protruso, dalla velocità con cui è avvenuta la fuoriuscita e dalla localizzazione.
L’ernia discale può interessare il tratto cervicale, il tratto toraco- lombare e lombo-sacrale.
L’estrusione discale cervicale (C1-C5) causa, nella maggior parte dei casi, dolore cervicale senza sintomi neurologici. I cani affetti tendono a evitare i movimenti del collo e manifestano dolore quando cambiano posizione.
Questo tipo di dolore ha tre origini
- dolore discale
- dolore meningeo (il materiale estruso a contatto con lemeningi evoca una risposta infiammatoria)
- dolore dovuto alla compressione dei nervi spinali, casoparticolare in cui l’ernia invece di essere centrale, sul piano sagittale mediano, avviene molto lateralmente, quindi va a impegnare il foro intervertebrale da cui fuoriesce il nervo spinale.
L’estrusione discale nella regione toraco-lombare (T3-L3) è molto dolorosa, il cane si presenta in atteggiamento di falsa cifosi e manifesta dolore durante il movimento o se viene sollevato. In questo caso si ha una significativa compromissione midollare, inizialmente viene persa la propriocezione, poi la capacità di alzarsi e camminare , il movimento volontario degli arti posteriori, il controllo della vescica e infine la capacità di percepire il dolore profondo.Le estrusioni discali nella regione lombare inferiore sono meno comuni.
Generalmente i segni neurologici in seguito a una compressione midollare da discopatia di tipo I sono simmetrici.
Problemi di locomozione
Se sono interessati i segmenti toraco-lombari si possono riscontrare problemi a carico del treno posteriore mentre se la discopatia riguarda la zona cervicale è possibile che siano compromessi tutti e quattro gli arti .
A seconda della gravità della discopatia i problemi di locomozione possono variare da lieve atassia fino alla completa paraplegia o tetraplegia.
È possibile anche riscontrare, a valle delle lesioni, aree di ipoalgesia o di analgesia e a monte aree di iperalgesia.
DIAGNOSI
Una diagnosi precoce ed accurata è fondamentale per scegliere la terapia più appropriata ed ottenere quindi
risultati migliori.
Il protocollo diagnostico prevede:
esame neurologico
esami complementari
- radiografie
Esame radiografico
I principali segni radiografici di un ernia discale sono
- Spazio intervertebrale di dimensioni inferiori allanorma
- Fori intervertebrali più piccoli del normale
- Aumento di radiopacità nello spaziointervertebrale e all’interno del canale midollare
- Maggiore sovrapposizione delle faccette articolari
- risonanza magnetica e/o tomografia computerizzata
La radiografia permette di esaminare solo la componente ossea della colonna vertebrale, mentre la Tac e la Risonanza Magnetica permettono di visualizzare anche il midollo spinale e i tessuti circostanti.
Un vantaggio della risonanza magnetica rispetto alla TAC riguarda le informazioni relative alla prognosi, cioè, la risonanza magnetica ci dà indicazioni riguardo allo stato di sofferenza del midollo spinale e quindi la possibilità di ottenere un buon recupero funzionale dopo la rimozione dell’ernia.
D’altra parte la TAC fornisce informazioni più precise riguardo alla componente ossea, risulta un esame più rapido e quindi meno invasivo, meno costoso e di esecuzione più facile (in quanto esistono numerosi macchinari sul territorio).
TERAPIA
La terapia delle discopatie può essere conservativa o chirurgica, secondo la gravità dei sintomi e dei rilievi diagnostici.
La terapia conservativa viene impiegata principalmente quando
l’animale presenta sintomi neurologici lievi o solamente dolore, in questi casi l’animale viene messo a riposo per un lungo periodo (circa 30 giorni) cercando di evitare al massimo i movimenti, se necessario è possibile somministrare farmaci quali FANS (in caso di dolore) o corticosteroidi ( se l’animale manifesta sintomi neurologici).
In particolare,secondo le ricerche condotte da B.F. Hoerlein (che ha proposto metodi terapeutici utilizzati sui nostri pazienti ormai da anni con pieno successo), il corretto comportamento da adottare a seconda dei casi clinici è il seguente:
- manifestazioni cliniche di dolore associate o meno a lievi problemi motori : indicata la terapia conservativa.Per i casi che non sembrano trarre alcun giovamento entro 2-3 settimane o che vanno incontro a ricadute è opportuno considerare l’intervento chirurgico
- dolore associato a problemi motori, quali paraparesi o tetraparesi (fino a completa paraplegia o tetraplegia) con sensibilità dolorifica profonda conservata, indicata la terapia chirurgica.A questo proposito è importante ai fini prognostici stabilire da quanto tempo è iniziata la sintomatologia: se l’insorgenza è stata acuta e la paralisi non è iniziata da oltre due giorni, la prognosi è favorevole se l’intervento viene effettuato entro 24-48 ore
- Paraplegia o tetraplegia con forte riduzione/assenza della sensibilità dolorifica profonda, la prognosi è quasi sempre infausta, anche se comunque è opportuno procede prima possibile all’intervento chirurgico.
Per quanto riguarda la terapia chirurgica, questa ha principalmente due obbiettivi
- decomprimere (rimuovere la compressione sul midollo spinale asportando il materiale discale estruso nel canale vertebrale)
- stabilizzare.
E’ possibile utilizzare diverse tecniche chirurgiche per accedere al canale vertebrale
- laminectomia, prevede l’asportazione dell’intero arco vertebrale in corrispondenza dell’ernia discale
- emilaminectomia, prevede l’apertura del canale vertebrale da un solo lato, asportando solo una delle due lamine che formano l’arco vertebrale
- spondilectomia, prevede un accesso ventrale al canale vertebrale asportando parte del corpo di una vertebra
- fenestrazione del disco intervertebrale, ( non permette di eliminare la compressione sul midollo) prevede la perforazione dell’annulus fibroso da un lato e l’allontanamento del nucleo polposo
RACCOMANDAZIONI PER I PROPRIETARI
Dopo l’intervento chirurgico il paziente dovrà essere sottoposto ad un periodo di riposo assoluto di circa 30 giorni (come già indicato per la terapia conservativa), durante questo lasso di tempo l’animale dovrà essere sempre tenuto sotto controllo, le uscite dovranno essere effettuate al guinzaglio e l’ambiente dovrà essere confinato.La fisioterapia rappresenta uno strumento essenziale per il completo recupero funzionale
Bibliografia
Marc Vandevelde, Andrè Jaggy,Johann Lang: “Neurologia veterinaria, dall’approccio al paziente alla terapia”